I lavoratori agricoli stagionali affrontano un quadro complesso di sfide e vulnerabilità. La natura temporanea e spesso precaria del loro impiego, unita ai rischi intrinseci del settore agricolo, li rende una categoria particolarmente esposta sia dal punto di vista della salute e sicurezza sul lavoro, sia da quello socio-economico.
Rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro
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Condizioni climatiche avverse e stress da calore
Le attività agricole si svolgono all’aperto, esponendo i lavoratori a temperature estreme, pioggia, vento e radiazione solare. Lo stress termico è tra i principali rischi: provoca affaticamento, disidratazione e colpi di calore, con conseguente aumento degli infortuni. -
Movimentazione manuale dei carichi (MMC)
La raccolta comporta posture incongrue, movimenti ripetitivi e sollevamento di pesi che possono causare patologie muscolo-scheletriche, in particolare problemi alla colonna vertebrale. -
Uso di macchinari e attrezzature
Trattori e altre macchine agricole sono tra le principali fonti di infortuni gravi e mortali, soprattutto in caso di ribaltamento. -
Esposizione ad agenti fisici
Rumore e vibrazioni da macchinari agricoli possono causare ipoacusia e disturbi a lungo termine. -
Agenti chimici e biologici
I lavoratori sono esposti a pesticidi, con rischi di intossicazioni, e ad agenti biologici come punture di insetti o tetano. -
Ambiente agricolo e isolamento
Scivolamenti, cadute, contatto con vegetazione spinosa, rischio di folgorazione e lavori in zone isolate rendono ancora più complesso garantire la sicurezza, soprattutto in caso di emergenza.
Vulnerabilità specifiche dei lavoratori stagionali e migranti
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Precarietà e irregolarità del lavoro
Il lavoro stagionale è spesso caratterizzato da impieghi temporanei e, in molti casi, irregolari. In Italia oltre 230.000 lavoratori agricoli risultano impiegati in condizioni di sfruttamento o lavoro nero. -
Età e genere
L’età media degli infortunati è elevata (49 anni) e gli over 64 sono i più colpiti negli incidenti mortali. Le donne, che rappresentano circa un terzo dei lavoratori stagionali, subiscono più facilmente forme di sfruttamento, anche retributivo e sessuale. -
Barriere linguistiche e culturali
Oltre il 39% dei lavoratori agricoli stagionali in Italia è straniero. Le difficoltà linguistiche e culturali aggravano i rischi e limitano l’accesso ai servizi. -
Formazione insufficiente
I programmi di formazione e informazione raggiungono con difficoltà i lavoratori stagionali, riducendo la prevenzione e aumentando la vulnerabilità. -
Condizioni abitative e sociali
Molti lavoratori migranti vivono in alloggi precari o in veri e propri ghetti, con conseguenze gravi sulla salute e sull’integrazione sociale. -
Difficoltà di accesso ai servizi sanitari
Barriere economiche, linguistiche e organizzative limitano l’accesso a visite mediche, prevenzione e sorveglianza sanitaria, che nel settore agricolo è stimata al 40% rispetto all’obbligo normativo. -
Problemi di salute specifici dei migranti
Studi scientifici confermano un rischio maggiore di malattie e infortuni per i lavoratori migranti rispetto agli autoctoni, inclusi disturbi muscolo-scheletrici, intossicazioni da pesticidi e problemi di salute mentale.
Conclusione
I lavoratori agricoli stagionali sono esposti a un vero e proprio “cocktail di pericoli”, determinato dalle condizioni lavorative, ambientali e sociali. Questa combinazione rende necessarie misure specifiche di tutela e prevenzione per garantire la loro sicurezza, salute e dignità nel mercato del lavoro.
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